giovedì 10 maggio 2007

SALVIAMO I MINORI A RISCHIO DAL MALGOVERNO DELLA TUTELA

la Repubblica” del 4 aprile 2004

Ai progetti per il recupero di questi giovani troppo spesso prendono parte associazioni sulle quali non viene fatto alcun controllo sulla qualità delle prestazioni


La recente cronaca, veramente nera, parla di due adolescenti morti ammazzati per strada, la loro casa. Difficile dire qualcosa di sensato in questi drammatici passaggi e il rischio che siano sempre le stesse chiacchiere d’occasione è elevato. Si può dire però che il “minore a rischio” vive una condizione, psicologica e sociale, nella quale può rischiare (nel senso di correre deir ischi) o può agire dei comportamenti a ischio (cioè dannosi per sé e per gli altri).

Questo secondo aspetto, è più presente nella tpologia dei minori già ricoverati, o meno, presso istituti educativo-assistenziali o comunità penali ed è, potenzialmente, cronicizzabile e ad evoluzione psicopatologica senza per questo escludere il piano politico, sociale e culturale.

Oggi non è più utile pensare a interventi a favore dei minori dl tipo “a pioggia” o “a progetto”. Se di progetto sid eve parlare, sarebbe bene farlo tenendo presenti i piani coinvolti (sociale, psicologico, culturale e politico) e, soprattutto, operare accurati controlli della qualità delle prestazioni e dei risultati. Al contrario, accade che attingono ai fondi (in verità sempre più striminziti) riservati alla prevenzione del disagio minorile, una pletora di associazioni, cooperative ed enti di vario genere sui quali non viene esercitato un vero e proprio controllo di qualità e ai quali non è richiesto, a conclusione dell’intervento, alcun riscontro del risultato. Diretta conseguenza di ciò è, pertanto, la partecipazione a gare d’appalto o incarichi diretti, molto spesso di misera natura clientelare. Ma qui non si sta parlando della manutenzione dei lampioni sulle strade comunali, bensì di persone. Già, perché questi ragazzi, doppiamente uccisi, una prima volta dalla loro storia, sociale e familiare e una seconda dai proiettili di una pistola, sono persone.

L’aspetto politico più immediato riguarda i continui tagli alla spesa sociale, Certo, tra non molto dovrebbero partire i “piani di zona”, ma con quali garanzie che non saranno perpetuati i comportamenti spartitori di sempre? Nessuna. Con quali garanzie che saranno immessi in organico, presso i Comuni e le Ausl, nuovi assistenti sociali ed educatori? Nessuna. L’aspetto giudiziario minorile, infine, parla da sé: in Puglia ci sono tre Tribunali per i Minorenni (Bari, Lecce e Taranto), che operano tra mille difficoltà e spesso retti dalla buona volontà dei singoli. Tre tribunali non sono pochi, ma neppure molti se si pensa alla realtà sociale e culturale di Brindisi, che è sotto la giurisdizione del Tribunale di Lecce, e Foggia, che è sotto quella di Bari. Un maggiore decentramento, che aderirebbe meglio alal realtà locale, e una migliore distribuzione delle risorse umane e finanziarie potrebbero determinare politiche giudiziarie più efficaci.

In Puglia è emergenza minori a rischio da almeno quindici anni e in un periodo di tempo così lungo se qualcosa di serio fosse stato fatto non saremmo qui a piangere queste giovani vittime.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Bruno,
parto dal titolo di questo tuo articolo per chiedere una tua opinione sul pacchetto sicurezza. Cosa c'entra? -mi dirai-
Ebbene c'entra...credi che prendere le impronte dei minori nomadi che, notoriamente non sono identificabili da documenti, possa considerarsi una forma di tutela per questi bimbi o, anche questo intervento, secondo te, appartiene al malgoverno della tutela? ciao.

Anonimo ha detto...

Sinteticamente: penso che proprio per i minori, in questo caso, la sicurezza e la tutela c'entrino ben poco.
Ritengo che prendere le impronte sia una perversa forma schedatura e che la proposta (che probabilmente sarà aggirata, all'italiana, dalle impronte digitali su tutte le carte di identità) abbia solo il senso di dare un segnale propagandistico a chi, quotidianamente, percepisce e, in qualche caso, vive l'ambiente sociale come minaccioso e pericoloso.

Anonimo ha detto...

MALGOVERNO NELLA P:A:in quel di Castelraimondo serve maggiore vigilanza e controllo sul territorio.Dal febbraio 2002 l’amministrazione comunale tiene,illegittimamente demansionato,estromesso,eliminato dall’ufficio il comandante dei vv.uu;(uno dei quattro dipendenti comunali laureati,di ottima condotta morale e civile,incensurato,senza alcun procedimento penale o giudiziario a carico),sostanzialmente senza fare quasi niente,a spese del contribuente.(Vedere sentenza immediatamente esecutiva,in internet,alla voce DEMANSIONAMENTO CAMERINO)