giovedì 10 maggio 2007

I NOSTRI RAGAZZI CI PARLANO, ASCOLTIAMOLI

“il Quotidiano” di Brindisi del 21 marzo 2006

Gli esempi diseducativi e l’assenza di genitori e scuola


L’ultimo inquietante episodio che vede coinvolte, vittima e aggressore, due minorenni a Fasano, impone più di una riflessione circa i destini delle più giovani generazioni in questa città, ma non solo.

Va da sé che quanto accaduto è ascrivibile ad una serie di fattori sociologici, dai più generali a quelli più particolari, i quali ovviamente influenzano la crescita degli adolescenti in direzioni non sempre meno prevedibili. Tra questi fattori, a costo di apparire retorico e tautologico, non temo di mettere al primo posto il nefasto potere della televisione commerciale, “cattiva maestra televisione”, secondo la felice espressione di Popper, che quotidianamente e per tante ore somministra e ammannisce spettacoli di dubbio gusto: da “Amici” a “Uomini e Donne” e via via, attraversando questa specie di tunnel catodico dell’orrore, per arrivare ai reality o alle fiction. I messaggi che veicolano queste trasmissioni, come si suole dire, sono diseducativi (ma poi, cos’è l’educazione se non la proposta di un modello culturale e sociale sufficientemente solido e adeguato?) e rimandano, amplificati dal tam tam dei sms sui cellulari, una sconcertante distorsione della realtà perché sono finti. E’ dato, dunque, assistere a spettacoli volgari e sguaiati di ragazze che litigano per il belloccio di turno o a strazianti abbracci recapitati per poste del cuore o per carrambate di vario genere. Dove mai sarà relegata la cultura? Anche la televisione di servizio pubblico ha abdicato alla logica di mercato, secondo la quale tutto può e deve essere mercificato, anche i sentimenti e le emozioni. Da qui, il passaggio dalla finzione (laddove anche i reality, ovviamente, sono una spudorata finzione) alla realtà della vita quotidiana è breve: ciò che accade in televisione pare possibile e plausibile, le lotte per “restare nella casa” o per “vincere” il privilegio delle attenzioni di un moderno cicisbeo sembrano così vere da dover essere emulate.

Ma, l’anello debole in tutto ciò sta, a mio avviso, nell’abbassamento della guardia nei confronti di questi ragazzi che, ieri come oggi, proprio a cagione della loro età e di quanto interiormente vivono, chiedono a gran voce, agli adulti di riferimento, di essere contenuti e ascoltati. Al contrario, molto spesso accade che gli adolescenti siano lasciati a loro stessi, appunto davanti alla tv o ad un videogioco, ovvero a frequentare amici che spesso non si conoscono abbastanza e che i genitori non hanno tempo, e forse anche voglia, di conoscere. Pur essendo vera e fisiologica la spinta all’autonomia dagli adulti di ogni adolescente, è altrettanto vera la necessità che ognuno di loro ha di essere guidato e condotto lungo strade che formino alla vita. Su questo l’istituzione principale che dovrebbe coadiuvare il ruolo educativo dei genitori, la scuola, da anni perde costantemente prestigio e autorità, massacrata com’è dalla gran messe di riforme e controriforme che si susseguono al ritmo di una ogni tre o quattro anni.

Un’ultima considerazione riguarda le difficoltà sociali nelle quali la Puglia ancora si dibatte. Un territorio, quello regionale, frastagliato e ricco di zone di luce, nel senso di piena evidenza delle problematiche (si pensi ai capoluoghi di provincia, soprattutto, o ad alcuni grossi centri), ma anche denso di zone d’ombra, laddove apparentemente le cose vanno meglio. E’ proprio da lì che spesso giungono le sorprese più sgradite. E’ lì che, spesso, i minorenni sono più in pericolo perché è lì che si è abbassata la guardia.

L’aspetto più inquietante, perché sommerso e sottaciuto, è l’aumento dell’uso di sostanze stupefacenti, sintetiche o meno, da parte di adolescenti poco più che tredicenni, nonché di alcol che nei locali e nei bar viene somministrato senza preoccuparsi dell’età di chi lo richiede. E’ un fenomeno in crescita che va di pari passo con i grossi cambiamenti nello stile di vita dei ragazzi e delle ragazze, complice un presunto senso del “commercio che fa girare l’economia”, per cui è tutto un proliferare di locali notturni i cui clienti sono soprattutto giovani e giovanissimi consumatori.

E’ difficile dare un senso a tutto ciò, ma credo che per il momento sia sufficiente riaffermare che noi adulti dovremmo dormire sonni un po’ meno tranquilli e occuparci (non solo preoccuparci) ancora di più dei nostri figli, cercando di ascoltarli e di sintonizzarci sulle loro esigenze le quali non sono diverse da quelle di tutti i ragazzi e le ragazze di ogni latitudine e generazione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perche non:)