giovedì 10 maggio 2007

BULLISMO ED EMULAZIONE di Bruno Marchi

“il Menante” del 7 dicembre 2006

Minori a rischio. L’opinione di Bruno Marchi.


Una volta c'era Pierino. Ve li ricordate i film con Alvaro Vitali che passava le giornate a fare scherzi, non sempre innocenti in realtà, ai propri compagni di classe e ai professori? Le professoresse poi erano le sue vittime preferite. Quanti di noi non hanno in mente l'immagine di Pierino che spiava dal buco

della serratura la ignara e provocante maestrina mentre si denudava. Certo erano altri tempi, oggi il buon vecchio Pierino è stato sostituito dall' “isola dei famosi” piuttosto che da “la pupa e il secchione”, programmi televisivi che si fondano sul voyeurismo e sulla ipocrita irrisione del più debole, del diverso.

Erano altri tempi quando colui che irrideva i compagni lo faceva con innocenza, forse anche con un po' di volgarità ma comunque in maniera genuina, quando il bullo era Alvaro Vitali: basso, brutto e pure sfigato. Oggi i bulli spesso sono i fighetti, quelli che una volta si chiamavano “figli di papà”, ragazzi

tanto annoiati che trovano esaltante filmare per poi diffondere sulla rete le immagini di una violenza su un disabile piuttosto che su una propria compagna di classe. Ma se gli scherzi a scuola sono sempre esistiti, e ciascuno di noi ne è stato artefice, spettatore o vittima almeno una volta nella propria vita, allora perché sembra che il problema sia nato solo ora. Per capirci di più abbiamo incontrato Bruno Marchi, psicologo che da anni si occupa di minori a rischio.

Il fenomeno chiamato bullismo non sarà per caso un'invenzione mediatica?

“Certamente i giornali e le televisioni se ne stanno occupando tanto quanto si sono occupati dell'aviaria, di cui oggi non sentiamo più parlare. E' un modo per riempire le prime pagine dei giornali ed i dibattiti televisivi. Di fatto però il bullismo c'è anche se non è un problema legato a questi ultimi anni. In Italia il fenomeno della goliardia è sempre esistito sia nelle università che nei licei, soltanto negli anni '70 le divisioni politiche hanno preso il posto degli scherzi goliardici, ma negli anni successivi le cose sono tornate pressappoco come prima. Credo che siano fondamentalmente due le cose che cambiano tra la vecchia forma di bullismo e quella a cui assistiamo oggi: innanzitutto la qualità degli scherzi, perché spesso quelli che arrivano agli onori della cronaca sono scherzi parecchio violenti avendo spesso come vittime soggetti svantaggiati, in secondo luogo il fatto che questi atti, grazie ai nuovi mezzi come i videofonini ed Internet, vengono divulgati fuori dalla scuola, mentre una volta rimanevano circoscritti nell'ambito scolastico. Oggi quegli scherzi vengono filmati ed immessi sulla rete, in modo che chiunque in qualsiasi parte del mondo li potrà vedere. Il problema è che una volta entrati nei programmi di condivisione file diventa impossibile ritirarli, ma qui si apre una problematica ampia, legata alla privacy, che riguarda soltanto in parte gli ultimi fatti di cronaca. Credo quindi, ritornando alla domanda, che in fin dei conti i casi del cosiddetto bullismo di cui oggi si parla siano stati amplificati dai

media, ed in questo senso credo che il rischio maggiore che si possa correre sia quello dell'emulazione, così com' è accaduto con il fenomeno dei sassi dal cavalcavia.”

A conti fatti quindi le nuove forme di bullismo hanno compiuto un salto di qualità verso comportamenti sempre più violenti che spesso travalicano ogni limite etico; non ci si diverte più semplicemente, come faceva Pierino, oggi si mira ad umiliare profondamente l'altro fino ad annientarlo.

Loredana Monopoli

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